CARRARESE PROMOSSA DAI PLAYOFF
Il soprannome del campionato di Serie C, con le sue 60 squadre suddivise in tre gironi e con la presenza di club che vanno da un capo all’altro dello Stivale, non poteva che essere che “il torneo dei campanili”. E nessuna categoria riesce infatti a rappresentare meglio quella che è l’Italia.
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Ma questo vale anche per quanto riguarda il livello economico dei club che sono iscritti al terzo livello della piramide calcistica tricolore.
SERIE C: LA PASSIONE VA OLTRE LA CRISI
La C è infatti il campionato che nell’ultimo decennio ha sofferto di più la crisi endemica del nostro pallone. Ogni estate i calendari vanno rivisti e integrati perchè sono molti i club che non riescono più a sostenere l’impegno a livello di soldi che porta giocare nella terza serie. E non vale solamente per chi emerge dal dilettantismo e fa il grande salto.
Anzi, forse i problemi maggiori si ritrova ad averli chi scende dalle categorie superiori, magari sprofondando dalla A alla C in un periodo relativamente breve, perdendo le certezze economiche garantite dai tornei dei primi due livelli e allo stesso tempo non riuscendo a trovare il rimbalzo sportivo vista la difficoltà del campionato di C, con una sola promozione diretta e un lungo cammino nei play-off per chi non riesce a ottenere il primo posto nel suo girone.
Ne consegue dunque che il livello economico (e quindi gli stipendi) della Serie C sia decisamente molto variegato, con squadre che hanno un monte ingaggi superiore a quelle delle compagini di B e altre che invece riescono ad avere sotto contratto una rosa intera con lo stipendio che altrove va a un solo calciatore.
QUANTE DIFFERENZE NEI CLUB DI LEGA PRO
In generale, però, giocare in C non è più (nella maggior parte dei casi) sinonimo di avercela fatta, almeno per quanto riguarda il conto in banca. I tanti problemi di parecchie squadre hanno portato a un abbassamento della media degli emolumenti. Dall’altro lato dello spettro, gli ultimi anni hanno aggiunto un nuovo elemento, quello delle squadre B.
Finora hanno risposto all’appello solo la Juventus e l’Atalanta, ma certamente i calciatori delle seconde squadre di due big della Serie A hanno stipendi medi che parecchi colleghi della categoria si sognano. Fatta questa doverosa premessa, ecco una rapida occhiata agli ingaggi della Serie C, suddivisi per girone.
Il girone A comprende due delle squadre che spendono di più per gli stipendi dell’intera categoria, ovvero il Vicenza e la Triestina. Sia i veneti che i friulani superano abbondantemente gli 8 milioni di euro a stagione, anche se le due situazioni sono abbastanza differenti. Il Vicenza è di nuovo alla ricerca del ritorno in Serie B in un periodo che per il club biancorosso ha già visto tre retrocessioni e addirittura un fallimento.
PER PADOVA E TRIESTINA MONTE INGAGGI TOP
Per provare a farlo la società guidata da Stefano Rosso (numero uno di Diesel) non ha badato a spese, reclutando parecchi calciatori con un passato in A e in B o certezze della categoria come il brasiliano Ronaldo, che dopo aver fatto le fortune del Padova è volato al Menti con un ingaggio che si aggira sui 200mila euro a stagione. Discorso diverso sulla Triestina, che nella stagione 2023/24 ha visto aumentare a dismisura il suo monte ingaggi, quasi raddoppiato.
Tutta… colpa di un’annata in cui gli alabardati hanno rischiato il tracollo in D, con la società (di proprietà statunitense) che ha fatto la rivoluzione, portando al Nereo Rocco calciatori provenienti dalla B con ingaggi di categoria superiore.
Un esempio su tutti, quello dell’ex Chelsea, Daishawn Redan, che è di proprietà del Venezia, e che ha un contratto da 500mila euro a stagione: l'olandese rappresenta un'opzione formidabile di marcatore!
Paradossalmente, un quarto dell’intero budget del Mantova, che però dimostra che non bisogna spendere tanto, bensì spendere bene, dato che con 2 milioni e poco più il club lombardo ha costruito una squadra che ha conquistato anche i Pronostici Serie C dei più scettici e corre verso la promozione diretta.
Va segnalata anche la presenza nel raggruppamento dell’Arzignano Valchiampo, che con 145mila euro (ovvero un terzo dello stipendio di Redan) è il club che spende meno dell’intera categoria, ma comunque sta facendo meglio di club che s.
Nel girone A c’è anche una squadra B, quella dell’Atalanta, che rispetto alla Juventus NextGen degli anni passati ha una politica diversa, con calciatori quasi tutti provenienti dalle giovanili e dunque con contratti molto vicini ai limiti inferiori di ingaggio.
LA JUVE NEXTGEN NEL GIRONE B DELLA SPAL
A proposito dei bianconeri, quest’anno frequentano il girone B e stanno vivendo un’inversione di tendenza. Senza i vari Soulè e Iling-Junior, arrivati da altri club e dunque con stipendi fuori categoria per la C, la Signora ha sposato la linea delle giovanili e dunque ha ridotto parecchio il suo monte ingaggi, con la classifica del raggruppamento che invece è guidata dalla SPAL.
Gli estensi vivono un problema molto comune a questo livello, la retrocessione dalla B, esperienza condivisa con il Perugia.
Gli umbri però sono stati assai bravi a diminuire i costi, riuscendo a dimezzare il budget stipendi fino ad arrivare a 4 milioni. Non si può dire lo stesso dei biancocelesti, che invece superano i 9 milioni, complici contratti pesantissimi di calciatori che già in B percepivano parecchio e che non sono andati via.
Tra i nomi celebri ci sono quelli di Mirko Antonucci, che ormai non arriva più al milione dei tempi del Bari, ma che comunque si attesta sui 350mila euro, ma anche Luca Siligardi, Simone Edera (entrambi di recente addirittura in A) o il paperone del club, Alessandro Tripaldelli, accreditato di 500mila euro di ingaggio.
A dominare il raggruppamento in questa stagione c’è il Cesena, altro club che spende molto avvicinandosi ai 7 milioni, la stessa cifra messa a bilancio per gli ingaggi dalla Virtus Entella, che però sta vivendo un momento complicato ed è nei bassifondi della classifica.
ANCHE IL BENEVENTO DIETRO LA JUVE STABIA
Si chiude con il girone C, quello del centro-sud, che rappresenta a pieno le contraddizioni dell’intera categoria. Da quelle parti ci sono infatti alcuni dei club che spendono di più. La palma del monte ingaggi più alto va al Benevento, altra squadra che è retrocessa con un budget più vicino a quelli di A che a quelli di B.
In giallorosso gioca quello che con tutta probabilità è il calciatore più pagato della C, ovvero Camillo Ciano, che si avvicina al milione di euro. Ma non è il solo a guadagnare molto al Vigorito, perchè ci sono colleghi come Andres Tello che sforano il tetto dei 500mila euro all’anno.
In una battaglia tutta campana, anche l’Avellino spende parecchio, arrivando a sfiorare gli 8 milioni, mentre sul podio ci sale il Catania, che dopo il ritorno tra i professionisti ha puntato immediatamente al doppio salto a colpi di ingaggi importanti, tra cui i quasi 400mila euro all’anno di Niccolò Zanellato e i 250mila di Cosimo Chiricò.
Peccato che, soprattutto in C, i soldi non facciano la felicità, come dimostra la classifica, con nessuna delle tre più “spendaccione” in zona promozione diretta.
La palma di miglior rapporto spesa/risultato va infatti alla Juve Stabia, che con appena 1,6 milioni a bilancio per i calciatori rischia, per lo stupore dei quotisti delle scommesse sportive online che ad inizio stagione non accreditavano le Vespe gialloblu per la vittoria finale, di volare in B senza dover passare dai play-off. Solo una delle tante particolarità del campionato dei campanili…
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