IL PARMA HA VINTO SPENDENDO BENE
Dal punto di vista degli stipendi, la Serie B è certamente un campionato assai variegato.
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Ogni stagione, con rarissime eccezioni, si possono trovare club che hanno un monte ingaggi che supera una manciate di squadre di Serie A e altri che farebbero fatica a entrare nella top 3 di un qualsiasi girone di Serie C per i soldi spesi per i contratti dei calciatori.
Una situazione che riflette in qualche maniera sia la storia recente dei club in questione, sia il modo in cui sono gestiti.
LA SAMP E LE ALTRE RETROCESSE DALLA A
A guidare con costanza la graduatoria delle società che spendono di più per gli stipendi sono infatti solitamente le squadre che retrocedono dalla Serie A. Soprattutto se il crollo è stato improvviso e non preventivato, diventa davvero complicato scrollarsi di dosso ingaggi da categoria superiore.
Chi sa di rischiare, a volte opta per accordi che prevedono un taglio dello stipendio in caso di retrocessione, ma succede anche che a finire nel purgatorio cadetto siano squadre che magari avevano iniziato il campionato con ben altri obiettivi. E quindi, come nel caso dell'accordo con il talentuoso Valerio Verre, nei contratti dei calciatori non c’è nulla che parli di riduzione nel malaugurato caso ci si ritrovi in B.
In questi casi, poi, può subentrare un vero e proprio panico: la necessità di far quadrare i conti spesso porta a cercare di liberarsi in ogni modo di stipendi pesanti, senza pensare troppo a come sostituire il valore tecnico dei calciatori.
Ed ecco perchè non è raro vedere club in Serie B che sono appena retrocessi e che non solo non sono riusciti ad abbassare del tutto il monte ingaggi, ma che sul campo poi non rendono come i soldi spesi suggerirebbero.
Dall’altro lato dello spettro c’è chi spende poco e spesso bene, riuscendo in imprese sportive non di poco conto. Del resto anche in Serie C non vige la regola per cui chi paga di più vince, anzi.
IL CATANZARO ESEMPIO DI CLUB FORTE DALLA C
Spesso a volare in cadetteria sono i club che riescono a mantenere un buon equilibrio tra valori in campo e stipendi versati. E sono le stesse società che di solito mantengono l’ossatura che le ha portate alla promozione, con risultati altalenanti.
Alcune riescono a rimanere nella seconda categoria, costruendo progetti che sono allo stesso tempo sostenibili e forieri di risultati. Altre ritornano immediatamente o quasi nella serie inferiore, ma senza ritrovarsi con il problema di avere un monte ingaggi da Serie B.
Anche in questo caso esistono le eccezioni, che quasi sempre sono rappresentate da club di un certo blasone che si sono ritrovati nei bassifondi del calcio italiano dopo un fallimento e che cercano immediatamente di rimbalzare più in alto possibile.
E questa situazione è quella che vede squadre appena promosse fare mercati importanti e veder lievitare non poco il monte ingaggi. Infine, esiste come sempre una via di mezzo, quelle società che difficilmente si ritrovano a rischiare la C e che provano a volare in A grazie a qualche impresa nei play-off, spendendo cifre che per la categoria sono medie o addirittura molto basse, sfruttando una programmazione sportiva eccellente.
E per quanto ogni campionato di B faccia storia a sé sul campo, se si parla di stipendi il leitmotiv è quasi sempre questo.
NEL 2024 IN B CI SONO 300 MILIONI DI STIPENDI
Lo dimostra perfettamente la stagione 2023/24, che illustra molto bene le situazioni generali che caratterizzano la categoria.
Si può cominciare dicendo che il monte stipendi totale del torneo è di 259 milioni di euro, che però tra bonus e fondo di fine carriera raggiunge tranquillamente quota 300. Anche volendo calcolare sulle cifre presentate dalla Gazzetta dello Sport, si nota che la media è di 13 milioni per club, con squadre che spendono più del doppio e altre che si accontentano di un terzo.
Tra le società retrocesse (Sampdoria, Cremonese e Spezia), quella che spende di più è quella blucerchiata, che con 27,41 milioni è la prima della graduatoria.
I liguri da un lato non sono riusciti a scrollarsi di dosso ingaggi pesanti come quello di Andrea Conti (2,7 milioni a stagione) e altri da Serie A come, appunto, quelli di Valerio Verre o Nicola Murru (entrambi sul milione netto all’anno), dall’altro hanno portato a Marassi calciatori in grado di fare la differenza in B come Fabio Borini e Antonio Barreca, che però in due fanno 3 milioni di ingaggio.
La Cremonese e lo Spezia hanno fatto più economia, ma neanche troppo, considerando che sono quarta e settima nella graduatoria con 22,21 e 20,12 milioni di euro a stagione.
IL PARMA DI MAN PUNTA AL PRIMO POSTO
Al secondo posto c’è il classico esempio della nobile decaduta, ovvero il Parma, che è retrocesso in B nel 2021 e da due anni prova, sempre da favorito assoluto per i pronostici Serie B, a tornare in A a suon di milioni spesi dalla proprietà.
Nei 23,18 milioni messi a bilancio per la stagione 2023/24 ci sono i quasi due milioni di Cristian Ansaldi, gli 1,75 di Dennis Man e gli 1,5 di Roberto Inglese, prima della cessione a nel mercato di gennaio, anche se non mancano i giovani talenti con un futuro importante, come Adrian Bernabè o Adrian Benedyczak, entrambi a un milione a stagione ma già nel mirino di altri club.
Chiude la top 3 il Como, altro club con una proprietà straniera, che ha puntato su giocatori di esperienza come Alberto Cerri (2 milioni), poi trasferito all'Empoli, Cutrone, Daniele Baselli (1,4), Federico Barba e Simone Verdi (1 milione ciascuno).
E a proposito, le altre squadre che sono al di sopra della media di questa Serie B sono tutte in mano a proprietà non italiane: il Venezia dell'l'attaccante finlandese Joel Pohjanpalo straordinaria opzione di marcatore, il Pisa e soprattutto il Palermo, che è stato acquistato dal City Group.
E poi arriva l’abisso, perchè non c’è nessuna squadra che trovi una via di mezzo tra i quasi 18 milioni spesi dal Palermo e i 9,59 del Bari. In fondo alla graduatoria c’è invece una realtà importante come il Cittadella, che è ormai protagonista delle B da parecchio e che in questa stagione si ferma a 4,5 milioni di euro, ovvero una somma che si supera con i tre ingaggi più importanti della Samp.
Le neopromosse, ovvero Lecco, FeralpiSalò, Reggiana e Catanzaro, non hanno aumentato di troppo il monte ingaggi rispetto all’annata in cui hanno ottenuto il pass per la B. Il Lecco è penultimo con 4,73 milioni spesi, mentre il FeralpiSalò è a 6,58 milioni, con in mezzo un’altra realtà sportivamente assai interessante, come il Sudtirol.
IN SERIE B CHI PIÙ SPENDE...
E la classifica, che dice? Che la Samp, che spende di più, è più vicina alla retrocessione che alla promozione, così come lo Spezia.
Ma al contempo cinque delle prime sei, ovvero Parma, Venezia, Cremonese, Como e Palermo, a cui si aggiunge il Catanzaro, forse la vera sorpresa del campionato 2024 per le quote relative alle scommesse sportive online, sono tra quelle che pagano gli ingaggi più alti e stanno facendo un campionato a parte.
Dimostrazione che come sempre non è detto che spendere molto significhi vincere, ma a volte aiuta decisamente…
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