DI CANIO HA SEGNATO 146 GOL

Quando si parla di calciatori di culto, il nome di Paolo Di Canio è sempre in cima alla lista.

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Il calciatore romano classe 1968 ha avuto una carriera molto lunga, che lo ha portato a giocare con le migliori squadre della Serie A. Ma soprattutto con il periodo (quasi dieci anni) passato tra Scozia e Inghilterra l’attaccante si è guadagnato parecchia notorietà a livello internazionale.

Oggi Paolo è un opinionista di punta per Sky che ha deciso di coinvolgerlo anche nella massiccia campagna pubblicitaria per la stagione di Serie A 2024/2025, ma è un vero peccato che un professionista del genere non abbia mai avuto un'occasione per allenare in Italia: avrebbe rappresentato una guida meravigliosa anche per migliorare tanti giovani, magari con grandi potenzialità, ma distratti da logiche esterne al campo.

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DI CANIO TALENTO BIANCOCELESTE

Nato al Quarticciolo, Di Canio comincia a giocare alla Pro Tevere e viene poi inserito nelle giovanili biancocelesti. Tra il talento e il tifo biancoceleste, il giovanissimo calciatore viene subito considerato un prospetto interessantissimo per il club capitolino.

La carriera da professionista di Di Canio comincia nel 1986 con un prestito, quello alla Ternana.

Nella sua prima stagione, disputata in Serie C2, il calciatore romano accumula 32 presenze e segna 3 reti, guadagnandosi il ritorno alla Lazio in prima squadra. Nella stagione del ritorno biancoceleste in A non gioca, ma già in quella successiva, agli ordini di Giuseppe Materazzi, diventa un grande protagonista, con 36 presenze e 2 gol.

E se il primo arriva in Coppa Italia contro il Catanzaro, la rete in Serie A decide il derby della Capitale del gennaio 1989. Nell’annata 1989/90 l’attaccante esterno si conferma ad alti livelli, andando in rete 4 volte in 26 match. E nell’estate di quell’anno il presidente Gianmarco Calleri lo cede alla Juventus per oltre 7 miliardi.

DI CANIO TRA JUVE, NAPOLI E MILAN

L’esperienza in bianconero però non è di quelle memorabili, anzi.

Nella prima stagione, agli ordini di Luigi Maifredi, va in rete tre volte in 34 partite, per poi ritrovarsi in panchina Giovanni Trapattoni. I rapporti con il Trap non sono buoni e nonostante parecchie presenze Di Canio non riesce a incidere, con 1 gol in 33 partite nella stagione 1991/92 e 3 reti in ben 45 match in quella successiva, contribuendo comunque alla vittoria della Coppa UEFA.

Il triennio alla Juventus termina con 112 presenze e 7 gol ed è seguito dalla breve esperienza al Napoli, una sola stagione (in prestito dalla Signora) conclusa con 5 gol in 27 partite.

Nell’estate del 1994 passa al Milan per 6 miliardi, ma anche con Fabio Capello le cose non vanno benissimo.

In due anni in rossonero Di Canio vince un campionato e una Supercoppa UEFA, contribuendo con 7 gol in 53 presenze .

NEL 1996 DI CANIO VOLA IN SCOZIA

E quindi nel 1996 il romano prende la decisione che segnerà per sempre la sua carriera: volare nelle isole britanniche. I primi passi oltremanica sono in Scozia, con la maglia del Celtic.

In biancoverde gioca un solo anno, ma lascia il segno, realizzando ben 15 reti in 37 partite.

Di Canio contro Gazza

L’anno successivo si trasferisce allo Sheffield Wednesday, dove gioca un anno e mezzo. La prima stagione è molto positiva, 14 gol in 40 partite, mentre la seconda è interrotta dalla clamorosa squalifica di 11 giornate per aver spintonato l’arbitro, che lo costringe a saltare buona parte del girone d’andata, chiuso con 8 presenze e 3 reti.

DI CANIO LEGGENDA DEL WEST HAM

L’esperienza a Sheffield termina dunque con 17 gol in 48 partite e nel dicembre 1998 si apre la parentesi più importante della carriera di Di Canio, quella al West Ham. L’italiano approda al Boleyn Ground e diventa immediatamente un idolo della tifoseria di casa, sia per il suo atteggiamento in campo che per le prestazioni.

In quattro stagioni e mezza con gli Hammers, l’attaccante va in gol 51 volte in 141 partite, segnando reti passate alla storia del club.

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La stagione migliore è quella 1999/2000, chiusa con ben 17 marcature in 45 presenze, ma anche nelle altre Di Canio garantisce sempre il suo contributo, attestandosi sempre sulla decina di reti. Dopo la retrocessione degli Hammers, il romano gioca la sua ultima stagione in Premier League al Charlton, dove segna 4 gol in 31 partite.

Il segno oltremanica di Di Canio è enorme, al di là dei quasi 100 gol in oltre 200 presenze. Tra le scene più ricordate ci sono il gol al volo in sforbiciata contro il Wimbledon ma anche quello non segnato per il calcio live contro l’Everton perchè il portiere avversario era rimasto a terra dopo uno scontro di gioco.

PAOLO FA IN TEMPO A DECIDERE UN ALTRO DERBY

A 36 anni, Di Canio decide di chiudere il cerchio e di tornare dove tutto è cominciato, alla Lazio. La prima stagione della seconda esperienza biancoceleste è memorabile soprattutto per un altro gol nel derby, vinto dai biancocelesti per 3-1.

Di Canio contro il Boro

In una stagione complicata, l’attaccante segna 7 reti in 30 partite, che diventano 7 in 32 match nella stagione 2005/06, con in panchina Delio Rossi, giocata quasi tutta da titolare.

Al termine di quell’annata per Di Canio arriva il secondo e definitivo addio alla Lazio, chiudendo in biancoceleste con 124 partite e 20 gol. Ma la carriera del romano regala un ultimo sussulto con la scelta di tornare in C2, con un altro club della Capitale, la Cisco Roma.

In due stagioni arrivano 17 gol in 53 presenze, che permettono a Di Canio di chiudere la sua lunga esperienza calcistica con 659 partite disputate e 146 reti (pur senza essere mai stato un vero centravanti), tutte quante segnate con i club.

DI CANIO OGGI SAREBBE IL 10 DEGLI AZZURRI

Già, perchè se c’è un cruccio nella storia calcistica di Di Canio, quello è la nazionale. Il romano paga l’essere emerso in un decennio, gli anni Novanta, in cui il talento a disposizione dei CT era enorme e in cui spesso e volentieri lasciare la Serie A per andare all’estero significava finire fuori dai radar per quanto riguarda l’azzurro.

Combinando queste due situazioni, Di Canio si è ritrovato a non fare neanche una presenza in nazionale, se non una manciata con l’Under-21, con cui tra l’altro ha raggiunto il terzo posto agli Europei del 1990.

Con quello che abbiamo visto ad EURO 2024, un calciatore come Paolo sarebbe stato un lusso nel modulo di Spalletti. E quando si fanno le classifiche dei migliori calciatori che non hanno mai vestito la maglia della loro nazionale, il nome dell’attaccante romano è sempre quello che rappresenta l’Italia. Il che non cambia nulla, ma è comunque una bella soddisfazione! 

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

Pansa prepara contenuti calcistici e scrive testi sullo sport italiano. Le partite iniziano da 0-0: più divertente segnare un gol in più che subirne uno in meno